Insegnare ai nostri figli una seconda lingua è un regalo prezioso

In una società multiculturale come quella in cui viviamo, sono sempre di più le famiglie composte da genitori di nazionalità diverse, che hanno lingue e culture differenti e che alla nascita di un figlio si trovano già a porsi un grande quesito: che lingua insegnargli? La lingua del paese che li ospita? Quella materna? Quella paterna? O educarlo subito al bilinguismo? La paura più comune è che tale decisione possa influire negativamente sull’apprendimento dell’italiano da parte del bambino e anche sul suo sviluppo cognitivo generale.

Questi timori però sono infondati, studi condotti a livello internazionale, hanno infatti dimostrato che il bilinguismo stimola le capacità cognitive del bambino, spingendolo a vedere le cose da più prospettive e portandolo a interrogarsi precocemente e in modo naturale sulla struttura della lingua e sul suo funzionamento, affina la capacità di distinguere suoni diversi e contribuisce a sviluppare le capacità linguistiche del bambino in entrambe le lingue.

il bilinguismo è un regalo preziosoIl bilinguismo ha effetti positivi sull’attenzione, i bambini bilingui sono avvantaggiati nelle situazioni che richiedono una buona attenzione selettiva, ovvero una capacità di concentrarsi sulle informazioni rilevanti e di inibire quelle non rilevanti.

Dal punto di vista culturale inoltre, il bilinguismo rappresenta una ricchezza in quanto permette al bambino di confrontarsi con due lingue e quindi con due culture diverse, imparando una maggiore tolleranza anche verso le altre culture.

Capita spesso che i bambini bilingui usino termini di una lingua quando parlano l’altra. Questo fenomeno si chiama code-switching e non deve assolutamente preoccupare. Fino a che i due sistemi linguistici non raggiungo un livello sufficientemente elevato da consentire una comunicazione chiara per essere certo di farsi capire, il bambino utilizza tutti gli strumenti a sua disposizione. Man mano che il vocabolario del bambino aumenta, la necessità di ricorrere al “supporto” dell’altra lingua diminuisce fino a scomparire. Per evitare che il bambino mescoli due o più idiomi, gli esperti consigliano di applicare il metodo One Person One Language, una persona una lingua (es. mamma francese e papa italiano, lei utilizzerà sempre la lingua francese e lui sempre l’italiano).

Ormai c’è largo consenso da parte degli esperti sul fatto che il cervello dei bambini sia perfettamente in grado di gestire più lingue contemporaneamente. E’ proprio nei primi anni di vita che il nostro cervello possiede la massima ricettività. Questa capacità decresce verso i 7-8 anni fino all’adolescenza. Ecco perché è importante esporre i bambini il prima possibile ad entrambe le lingue.

Bibliografia:

– Abdelilah Bauer Barbara, Il bambino bilingue. Crescere parlando più di una lingua. Cortina Raffaello, 2008

–  Deshays Elisabeth, Come favorire il bilinguismo nei bambini. Edizioni Red!, 2003

– Byers-Heinlein et al., The Roots of Bilingualism in Newborns. Psychological Science, 2012

Articolo pubblicato in mammeancona.it

 

Mascia Calcich

Interprete e Traduttrice

Esperta in Glottodidattica Infantile

Insegnante Magica Certificata e Abilitata al Metodo delle Avventure di Hocus&Lotus

Practical Trainer del Metodo delle Avventure di Hocus&Lotus

Consulente per progetti di Bilinguismo infantile e adulto in ambito personale, famigliare, sociale, scolastico e professionale

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